Il Tribunale di Grande Istanza (TGI, una sorta di Corte d'Appello) di Créteil, vicino a Parigi, ha condannato Google per aver illegalmente pubblicato sulla sua piattaforma di condivisione di Video, YouTube, dei filmati dell'Istituto Nazionale dell'audiovisivo (Ina, una banca-dati della televisione e della radio pubbliche). Il motore di ricerca è condannato per “contraffazione”: dovrà pagare 150mila euro e sarà obbligato a prendere delle misure – un sistema di filtraggio – per prevenire la pubblicazione di contenuti illegali.
La legge sulla economia digitale francese prevede che un sito “hébergeur” (l'intermediario) non sia considerano responsabile di contraffazione solamente se elimina i contenuti illeciti – in maniera rapida – dopo che questi gli vengono segnalati. Questa legge, che risale al 2006. è l'applicazione della direttiva europea 2000/31. Con questa è stata introdotta la doppia classificazione per i siti Internet: un portale può essere un “hébergeur” (piattaforma che “ospita” i contenuti, intermediario) o un editore on line.
La stessa direttiva in Italia, con le sentenze Google vs Mediaset e Google Vividown, sta prendendo una piega diversa.
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